Bentrovate e bentrovati!
Torna la mitica Tamara con una serie di nuove ricette. Ecco a voi una preparazione tipica di un po’ tutto il NordEst, in una variante friuliana.
Pinza triestina
La pinza triestina è un pan dolce semplice ma delizioso, è un tipico dolce pasquale diffuso in tutto il territorio triestino, del Carso e della Bisiacaria (la zona compresa tra l’Isonzo e le foci del Timavo). Secondo la tradizone la pinza accompagna alimenti salati (purtroppo crudeli) durante le merende di Pasquetta. A noi piace così tanto che la preparo tutto l’anno!
Ingredienti:
-
200 ml di latte di soia
-
150 ml di acqua
-
750 gr di farina di tipo 1 (oppure 500 gr di tipo 1 e 250 gr di farina integrale)
-
4 cucchiai di zucchero di canna
-
la buccia grattugiata di un limone e di un’arancia
-
un cucchiaio di pasta madre
-
150 ml di olio di girasole o di burro di soia (il risultato finale sarà diverso, più soffice e simile all’originale con il burro di soia, ma è ottima anche con l’olio)
-
2/3 cucchiai di estratto alcolico di vaniglia (ottenuto per semplice infusione di uno o due baccelli di vaniglia a pezzi in rum, whiskey o grappa)
-
2 cucchiaini di sale
Preparare il poolish con il latte di soia, l’acqua, la pasta madre, 250 gr di farina 1 e un po’ di zucchero. Mescolare bene e lasciar riposare per una nottata. Al mattino riprendere la pastella fermentata e aggiungere tutti gli altri ingredienti impastando bene e a lungo, aggiungendo eventualmente altra farina nel caso in cui l’impasto risultasse appiccicoso. Formare una palla e lasciarla lievitare al caldo finchè non raddoppia il volume. Sgonfiarla e lavorarla di nuovo per alcuni minuti dandole di nuovo la forma di una palla. Spennellare la pasta con un po’ di latte di soia e, con le forbici, praticare tre tagli in croce. Mettere la pinza nel forno spento con la luce accesa e lasciarla lievitare ancora mezz’ora/un’ora. Accendere il forno a 125° e lasciar cuocere la pinza per 30 minuti, poi aumentare la temperatura del forno a 150° per 15/20 minuti, infine aumentare ancora la temperatura a 175° e completare la cottura per altri 15 minuti. Sfornare la pinza e farla raffreddare su una gratella coperta da un canovaccio.
Con lo stesso impasto della pinza si preparano anche altri due dolci pasquali triestini: le titole (treccine decorate – di solito – con un uovo sodo colorato di rosso, facilmente sostituibile con una pallina di pasta colorata) e la putizza (una sorta di strudel ripieno di cioccolato, nocciole e uvetta).
Nelle vostre regioni la ‘Pinza’ come viene preparata? E’ confinata al periodo pasquale o apprezzata tutto l’anno? Nel Veneto meridionale, per esempio, viene preparata anche in questa stagione. Attendo curiosa le vostre ricette tipiche e la vostra eventuale riscrittura in chiave vegan!
Altre chiacchiere? Venite ad animare la pagina Fb di Passato tra le mani! Vi aspetto!
E per chi vuole le ricette direttamente in casella di posta, menù nella colonna di destra! Iscrivetevi, e mandatemi i vostri feed-back!
Io faccio la pinza veneziana, ovviamente in versione vegan. E’ tipica del periodo natalizio e della befana in particolare. E’ abbastanza diversa dalla vostra pinza, perché ha fichi, uvetta e in alcune versioni si usa la farina di mais (quella per fare la polenta) in altre il pane avanzato.
La mia ricetta la trovi qua: http://cosamangianoivegani.wordpress.com/2012/12/08/pinza-della-befana-pinsa-venexiana-dea-befana/
Anche nella bassa friulana e, mi pare, in Carnia si prepara una pinza simile a quella veneta con la farina di mais e la frutta secca, proprio in questo period0 delle feste.
Grazie, vado a leggermela! Io vivo attualmente nel Veneto meridionale e la versione che ho mangiato qui è molto simile alla tua!Tanti la chiamano ‘miazza’
Che delizia! non lo conoscevo!
ciao e buone feste!
Grazie e tanti auguri anche a te 🙂
Buone feste a te, cara!