Tanto da rassicurare i lettori che ogni tanto cucino. Anche in assenza di aperitivi per divulgazione, feste, sbarco dell’uomo su Venere..
Vorrei iniziare però il post con una bellissima iniziativa: non potete mancare a quest’Apericena con tanto di conferenza introduttiva. Dico, avete visto la relatrice e le cuoche? Per chi non le conoscesse, credo che i loro blog siano già un ottimo biglietto da visita. So che SiMaBo è un nome per noi erbivori, però se riusciste a portare qualche carnivorone sfottente, al di là del benefit, sarebbe divertente farlo sgonfiare da Isa. Peccato che mi perderò lo spettacolo! Nessuno che registra 🙂 ?
Penso che ognuno di noi si sia ritrovato nel titolo dell’intervento. A chi non capita di dover quotidianamente rendere conto del proteico introito? Peccato che da mezzo secolo sia ampiamente dimostrato, e le poco frikkettone tabelle INRAN lo avvallano, che è sufficiente introdurre una quantità adeguata di calorie per avere a disposizione non solo tutte le proteine, ma anche tutti gli amminoacidi essenziali di cui necessitiamo. Leggere e calcolare per credere. Eppure chi è vegan si trova a ripeterlo fino alla nausea!
Veniamo alla ricetta da mezz’ora, per quando arrivate a casa, il frigo è vuoto e magari avete dell’okara da smaltire.
Ingredienti per 4:
Riso integrale, 280 gr
Okara, 300 ml*
Brodo vegetale*, volume da due a tre volte quello del riso
Tre grosse carote
Una grossa cipolla rossa
20 ml di buona birra artigianale
Olio extravergine d’oliva
Una foglia alloro
Un pizzico minimale di cannella
Sale marino integrale
Gli ingredienti: riflettiamoci!
La misura dell’okara è in volume, perché chi ha dimestichezza con la produzione casalinga del latte di soia sa bene che la fibra residua, a seconda della varietà di soia impiegata, della macinatura e dello strizzaggio, può presentarsi più o meno idratata.
Il brodo vegetale può essere sostituito dall’acqua di cottura della pasta che avremo conservato in frigo nei giorni precedenti. Tenete conto che non sarà necessario salare, probabilmente! Ed è solo uno dei mille usi. Per dirla tutta, ma mia era anche aromatica perché vi avevo cotto degli gnocchi che posterò i giorni successivi.
Procedimento:
stufare la cipolla, finemente tritata, con l’olio e un goccio di brodo vegetale. Unire le carote pulite e grattugiate e l’alloro. Sfumare con la birra e far evaporare. Unire l’okara e cuocere 5′-8′. Gettare il riso, mescolare a fiamma alta. Aggiungere il brodo bollente e portare a cottura regolando di sale. Terminare con cannella, mantecare se desiderato con un goccio di olio a crudo.
Banalissimo, no? Niente scuse, sono tutti ingredienti che avete in casa e l’okara ovviamente non è indispensabile!
grazie!!! spero di essere all’altezza!
Conosco l’ansia da prestazione 😉
Sarà una ricettina semplice e svuota frigo ma è sensazionale!!!!! ecco come rendere speciale una cenetta casalinga… pochi ingredienti ma buoni!!!! 🙂
So che condividi l’attenzione per ogni singolo ingrediente! Un abbraccio cara!
Grazie per le segnalazioni Neofrieda, se fossi stata vicina avrei partecipato volentieri all’iniziativa.
Ottima idea il risotto di recupero! 🙂 Ciao! 🙂
Una gita dalle mucche di Fabrizio, a quanto mi dicono, è da programmare 😉 Pensateci!
le mucche…….sai che dall’inizio dell’estate ho un impulso di abbracciare una mucca che non so……,.
il risottino somiglia a uno che ho fatto pochi giorni fa, pure io conservo il brodo della pasta 🙂
adoro il pizzico minimale di cannella ♥
Non sono sicura che fosse minimale 😛